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LIBERO BIGIARETTI 

 

  

 Libero Bigiaretti nasce a Matelica il 16 maggio 1905 e si trasferisce giovanissimo a Roma dove le sue condizioni economiche non gli permettono di svolgere studi regolari. Per poter vivere svolge svariati lavori, tra i quali l' apprendista muratore e il disegnatore tecnico, ma non rinuncia allo studio al quale si applica di sera creandosi cos?, da autodidatta, una buona preparazione. Iscrittosi al Liceo artistico riesce infine a diplomarsi.

Dopo la guerra si trasferisce ad Ivrea č riesce a diventare direttore dell'ufficio stampa dell'Olivetti e in seguito segretario del Sindacato Nazionale Scrittori.

Scrittore prolifico inizia la sua attivitŕ alla fine degli anni ''30, esordendo come poeta con la raccolta di poesie pubblicata nel 1936 con il titolo di Ore e stagioni alla quale segue, nel 1940, Care ombre.

Dedicatosi in seguito alla narrativa, tranne Lungadora nel 1955 che č ancora un'opera poetica, scrive numerosi romanzi e racconti nei quali analizza con grande abilitŕ i sentimenti, primo tra i quali Esterina nel 1942, in cui narra la nascita e il deteriorarsi del rapporto sentimentale dei protagonisti, al quale segue, nel 1950 Carlone.

 

All'attivitŕ di narratore e poeta unisce anche quella di traduttore dei classici francesi e di giornalista collaborando a diversi quotidiani, da L'Avanti! all' l'Unitŕ e nel dopoguerra diventa redattore di Mondoperaio.

Verso la fine degli anni '60 inizi? una collaborazione con la Rai, che si tradusse in due importanti programmi culturali: Dito puntato (1967) e Punto interrogativo (1971-73), trasmissione trisettimanale di cui andarono in onda alcune centinaia di puntate, condotte da Bigiaretti e dal critico letterario Luigi Silori.

Vincitore di vari premi letterari pubblica nel 1952, La scuola dei ladrie nel 1954 I figli con il quale vince il Premio Marzotto. In queste opere egli affronta i temi a lui cari della difficoltŕ dei rapporti interpersonali e dell'incomunicabilitŕ tra padri e figli. Con Le indulgenze del 1966, racconto minuzioso di una lunga serata in una societŕ artistico-letteraria dove viene svelata la falsitŕ di un mondo in cui affari e scambi di favori sono spacciati per politica, arte, cultura (un racconto in cui imperversa la noia, l'indecisione e l'incapacitŕ di vivere), vince il Premio Chianciano e con La controfigura del 1968 il Premio Viareggio.

Negli anni '70, Bigiaretti acquista dagli eredi di Corrado Alvaro una grande casa in mezzo alla campagna a Vallerano (Viterbo), casa dove Alvaro aveva passato gran parte della propria vita dal 1939 fino alla morte e dove lo stesso Bigiaretti trascorse molto tempo insieme alla moglie Matilde, giornalista di costume.

Lo scrittore esprimerŕ il suo impegno morale anche in altri romanzi innovativi come Uccidi o muori del 1958 dove inaugura un nuovo filone narrativo basato su una dimensione surreale ripreso in seguito nei romanzi Abitare altrove(1989), Il Congresso (1963), Dalla donna alla luna (1972) dove affronta il tema del disagio dell'uomo nella societŕ industriale e in particolare quello del condizionamento tecnologico e della spersonalizzazione dei rapporti umani dando cos? un contributo alla letteratura ispirata dall'industria, attraverso l'esame del rapporto tra un uomo di cultura e alcuni operai.

Negli ultimi anni č autore anche di testi teatrali: L'Intervista con Don Giovanni (1958) e Licenza di Matrimonio (1968). E infine da ricordare il carteggio tra Bigiaretti e vari esponenti della cultura novecentesca, tra cui Giorgio Caproni e Mario Luzi, composto da oltre settecento lettere, scritte tra il 1932 e il 1990, donate dallo scrittore ad Alfredo Luzi nel 1986.

Nel 1986 riceve la laurea honoris causa in Lettere all'Universitŕ di Urbino. Muore a Roma il 3 maggio 1993, nella sua casa al quartiere Parioli, e viene sepolto nel piccolo cimitero di Vallerano, dove riposa anche Corrado Alvaro.

 

 

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