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Narduzzi Agostina

 

Agostina Narduzzi, figlia di Algerico Narduzzi e di Ida Castiglioni nasce a Parigi il 29 Ottobre 1912 alle ore 19 e 30, e piů precisamente in Rue Pierre Levée al numero 12 nell’undicisimo Arrondismant. I suoi genitori sono emigrati in Francia seguendo l’esempio di un altro fratello di Algerico, Fernando. Allo scoppio della Prima Guerra Mondiale, per?, i cittadini italiani senza residenza francese sono costretti a rientrare nel proprio Paese, e cos? la piccola Agostina arriva in Italia. La famiglia si stabilisce a Roma. Il papŕ č sarto, la mamma casalinga. Tuttavia, a seguito di problemi di cui non si saprŕ mai bene il motivo, i due coniugi si separano e la piccola Agostina č affidata dal Tribunale alla tutela della sorella paterna, Elina, che svolge la professione di ostetrica a Roma. Agostina ricorderŕ per tutta la vita la scena straziante della separazione definitiva dalla mamma in presenza del giudice! Evidentemente sembra che la richiesta di separazione sia stata avanzata dalla madre e questo spiega perché il Tribunale non abbia affidato la piccola alla mamma, che torna a Varese, sua cittŕ natale. I fratelli Narduzzi (otto in tutto) erano originari di Vallerano ed č qui che la zia Elina si reca con la nipote durante le vacanze estive, in casa della sorella Quintilia che all’epoca abitava sulla via per Vignanello nell’edificio noto come “la palazzina”. Certo non deve essere stato facile per quella bambina cambiare cos? improvvisamente la sua vita e separarsi definitivamente dalla madre che non rivedrŕ mai piů. Per fortuna il suo grande amore per gli animali e per la musica e l’affetto di cui č sempre circondata dagli zii tutti e in particolare da Elina, l’hanno sicuramente aiutata a superare quei momenti devastanti. Non ultimo il contatto con il papŕ, che la va spesso a trovare in collegio, le scrive e le porta dei regali. Agostina č una bambina vivacissima, tanto che a scuola quando viene scoperta qualche marachella le insegnanti dicono “E’ lei!”; la sua intelligenza vivissima e la sua curiositŕ la aiutano negli studi che compie senza difficoltŕ. Alla fine delle elementari, che frequenta a Roma, la zia la iscrive a Viterbo, in collegio dalle Suore Maestre Pie. Lei ricorderŕ sempre la prima sera trascorsa in quel grande camerone: questi sono comprensibilmente momenti indelebili nella memoria di un bambino… Durante gli studi presso l’Istituo Tecnico, adiacente al collegio, le materie che piů l’appassionano sono ovviamente l’italiano, il francese e il disegno, per il quale manifesta un’attitudine straordinaria, ma nelle ore libere, lontana dai libri, č giŕ la musica il suo rifugio preferito. Arrivata ai quindici anni, al compimento degli studi superiori, una volta tornata a Roma la zia la mette di fronte ad una scelta importante: che tipo di strada scegliere per il futuro. E qui certo la scelta non deve essere stata molto difficile: vista l’enorme passione per la musica, tanto che giŕ in collegio aveva iniziato a strimpellare il piano, Agostina non ha dubbi. La musica sarŕ il suo futuro. Da questo momento inizia un percorso che ha quasi dell’incredibile. Studia privatamente con la Maestra Clotilde Poce e in cinque anni compie da privatista il percorso che normalmente si fa in dieci presso il Conservatorio. All’esame finale, presso la Regia Accademia di Santa Cecilia in Roma viene promossa con tutti dieci e l’encomio della Commissione. Viene subito ammessa al Corso di Perfezionamento del Maestro Alfredo Casella dove brilla subito per talento e impegno. Si spalancano anche le porte della carriera concertistica: teatri famosissimi di cittŕ quali Firenze, Venezia, Milano, Torino la vedono protagonista con recensioni entusiastiche sui giornali locali e nazionali. Viene a contatto con musicisti straordinari dell’epoca quali Wilhelm Backhaus e Wilhelm Kempff, presso i quali riscuote grande ammirazione. Suona in diretta alla radio, l’allora EIAR. Non solo, grazie ad un fortuito incontro a Capri con un’anziana signora cui aveva raccolto il bastone, le si spalancano le porte per una serie di tournée all’estero… che per? non si faranno mai perché purtroppo la Seconda Guerra Mondiale mette fine a questa brillante carriera. Durante la Guerra Agostina si dedica all’insegnamento privato, attraversando a piedi Roma da un capo all’altro anche quando i mezzi pubblici e le camionette militari non funzionano: neanche la guerra pu? fermare l’amore per la musica! Tuttavia non sempre i suoi allievi sono altrettanto brillanti e volenterosi. Il piů delle volte si tratta di compiacere la volontŕ di genitori che all’epoca vedevano il saper suonare uno strumento come un indispensabile must dell’ambiente bene e certo quei ragazzi non amavano star seduti davanti a un piano a fare faticosi esercizi… Agostina diceva spesso che se avesse incontrato un ragazzo di talento, sarebbe stata disposta a dare lezione gratis! Ed č quello che poi farŕ per tutto il resto della sua vita. Finita la guerra, proprio in casa di una della sue allieve piů dotate, incontra l’uomo che diventerŕ qualche anno piů tardi suo marito.

Lui č un ufficiale di Marina da poco tornato dal campo di concentramento. Il caso vuole che anche lui nutre una grande passione per la musica ed č un discreto violinista dilettante. Per fortuna ha potuto portare con sé il suo violino anche durante la prigionia, e questo certo lo ha aiutato a superare quei momenti terribili. Decidono quindi di preparare la Sonata di Frank per violino e pianoforte e di rivedersi di l? a qualche giorno per suonarla insieme. Tuttavia fin dalle prime battute Agostina si accorge che il violinista ha qualche lacuna: come poterglielo dire senza offendere la sua suscettibilitŕ e soprattutto senza compromettere l’amicizia appena sbocciata a cui tiene molto? Tuttavia l’amore per la veritŕ ha il sopravvento e Agostina con la sua proverbiale diplomazia riesce a consigliare all’ufficiale un ottimo insegnante di violino per approfondire i suoi studi e migliorarsi… Da quel momento in poi hanno continuato a suonare insieme per tutta la vita, cimentandosi con un repertorio davvero notevole per un violinista non professionista che per? non sfigurava certo accanto alla valente pianista! Alla fine della Guerra Agostina non riprenderŕ la brillante carriera concertistica, interrotta anche a causa delle responsabilitŕ familiari: adesso č una moglie e dopo qualche anno una mamma. Tuttavia la sua passione per la musica ed il suo talento continuano ad alimentarsi sia attraverso gli allievi che la seguono con passione e ai quali dŕ lezione gratuitamente, sia con lo studio del pianoforte che riesce a portare avanti tra le responsabilitŕ familiari e le incombenze domestiche fino alla fine della sua vita, registrando ogni anno il frutto di quello studio. I suoi autori preferiti resteranno sempre i Romantici per eccellenza: Chopin in primis e poi Schumann e Brahms. Dopo la morte del marito avvenuta nel 1996, alla “tenerŕ” etŕ di 84 anni riprende persino l’attivitŕ concertistica, seppure in forma piů contenuta. Il Dottor Mariani, medico di Vallerano, appassionato musicologo e a sua volta pianista dilettante, la invita a prepare un programma e ad esibirsi nella sua casa davanti a parenti ed amici verso la fine dell’estate. Un appuntamento e un impegno che Agostina accetta con entusiasmo e che per undici anni (da notare che l’11 č un numero ricorrente nella sua vita) si ripeterŕ fino alla sua morte avvenuta il 26 luglio del 2008 quasi novantaseienne.

  

Brahms Intermedio opera 118

 

 

 

 

 

 

 

 

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